Monaco di Baviera – Autunno 1948: lentamente si torna alla normalità.

Dopo un lungo periodo di lavoro (ci ho messo quasi tutta l’estate!), ho finito il diorama del tram tedesco da ambientarsi nel periodo anni ’30 – anni ’50 in Germania o in Belgio: ho scelto gli anni post bellici e Monaco di Baviera come ambientazione. La parte del leone la fa, ovviamente, il kit della Miniart nella più recente versione che include dieci figurini, alcuni arredi urbani e la base di selciato con i binari.

Cominciamo dalle impressioni all’apertura: numero pezzi impressionante, eccellente qualità degli stampi, ottima qualità della plastica, notevole qualità delle parti trasparenti. L’abbondanza dei particolari, quindi del numero di pezzi, del mezzo principale e degli accessori caratterizza il kit che infatti, alla prima visione può sconcertare i meno esperti o i meno pazienti: tolto il coperchio ci troviamo davanti gli sprue letteralmente stipati nella scatola, le istruzioni molto ben fatte e un foglio di decalcomanie, non c’è nessuna parte fotoincisa ma cominciando il montaggio non se ne sente minimamente la mancanza. 

Le zone ove occorre prestare maggiore attenzione riguardano le due cabine di guida e il tetto perché saranno quelle più in vista a modello ultimato. Peccato che la parte inferiore con il carrello non sarà più visibile perché è davvero ben realizzata e ricca di particolari anche se invero piuttosto complessa da assemblare; la buona notizia è che la plastica rappresenta l’ideale tra durezza e flessibilità e non arriva quasi mai a spezzarsi nella delicata fase di taglio dagli sprue, anche per gli innumerevoli pezzi molto sottili come le maniglie interne per i passeggeri o i tergicristallo; discorso a parte per le maniglie sul tetto che ho sostituito con filo di ferro di piccolo diametro opportunamente piegato e tagliato perché quelle del kit non sono facili da separare dal supporto e presentano delle antiestetiche sbavature difficili da eliminare in una posizione così in vista. Ho avuto qualche difficoltà nell’unire il pianale con le cabine e le altre pareti perché il primo tendeva a flettere verso il basso alle estremità non andando a combaciare perfettamente appunto con cabine e pareti laterali e in più, se non corretto in tempo, il difetto tende ad amplificarsi quando si monta il tetto.

Occorre prestare molta attenzione alle varie fasi di verniciatura con relativa preventiva mascheratura, specie per la parte bicolore. Ho utilizzato quasi esclusivamente colori acrilici della Vallejo a partire dai primer a base poliuretanica che ho mantenuto come finitura finale nel caso del tetto grigio scuro e per la parte inferiore dove l’effetto metallo è ottenuto con un passaggio di pigmento metallo della Lifecolor, come da suggerimento di Luca di Linus. Per la parte rossa ho utilizzato un rosso opaco che già avevo e per quella avorio invece il colore era già lucido. Comunque ho ricoperto tutto con due passate di trasparente lucido.

I figurini sono tutti realizzati con colori acrilici applicati a pennello preceduti da una mano di primer color sabbia. Questo mi permette di non avere troppi problemi quando vado a fare l’incarnato. Solitamente in una seconda fase provvedo a sporcare le divise con passaggi di lavaggi e/o filtri, invece con quelli civili mi sono limitato a creare un po’ di effetto chiaro-scuro con la cara vecchia tecnica del pennello piatto appena sporcato di un colore più chiaro, alla Verlinden, per intenderci.

Il selciato e i muri sono ancora una volta realizzati con colori acrilici ma le sfumature e il weathering sono fatti a olio. Anche il leggero weathering del tram è fatto con i colori a olio. Infine l’edicola: ho trovato su internet alcune foto di edicole in Germania nel dopoguerra e da quelle sono partito con la mia autocostruzione con legnetti, eulite, lamierino e plasticard. Anche in questo caso l’invecchiamento è fatto con lavaggi e colori a olio. Per il tetto ho utilizzato anche una mano di chipping sul fondo color ruggine enfatizzando i punti maggiormente danneggiati dal tempo e dall’acqua con pigmento ossido.

Dimenticavo! Il maggiolino è della Revell, anch’esso in scala 1/35. Si tratta del modello militare che ho facilmente “civilizzato” semplicemente con la verniciatura in azzurro lucido ed impiego delle ruote con la coppe bombate che ho fatto cromate in contrasto con il cerchio verniciato come la carrozzeria.

Le immagini:

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